Kashmir Hill scopre l’esistenza della startup Clearview AI pochi mesi dopo essere diventata una reporter del New York Times. Una storia troppo grande per non essere raccontata sulle pagine del quotidiano più famoso del mondo. Anzi, per non scriverci un libro. Nasce così “La tua faccia ci appartiene” (Orville Press, traduzione di Vittoria Parodi), l’inchiesta sulla startup che ha messo l’intelligenza artificiale al servizio della raccolta di immagini, utilizzando questi frame per il riconoscimento facciale su larga scala.
«Quando ne ho avuto la notizia, mi sono chiesta se questa tecnologia fosse vera e soprattutto chi ci fosse dietro» racconta la giornalista nella Cripta dell’Aula Magna, durante la presentazione del suo libro promossa da Humane Technology Lab (HTLab) dell’Università Cattolica. «Ho parlato con le forze dell’ordine, mi hanno confermato che si trattava di una tecnologia molto potente. Avrebbero caricato la mia foto per dimostrarmelo. Da allora, però, non ho più sentito nessuno. Avevano ricevuto un alert: ero stata riconosciuta da Clearview AI. Così mi sono messa alla ricerca della sede della startup, ma sembrava di essere dentro un libro di Harry Potter, alla ricerca del Binario 9 3/4».